“Serenità e condivisione” Intervista al mister Francesco Milan

Ciao Mister Francesco, vorresti presentarti raccontandoci la tua storia di calciatore/allenatore e i relativi esordi?

Ho iniziato a giocare nella squadra del mio paese nativo, Costa di Rovigo , avevo circa 10 anni, ricordo ancora l’emozione di poter far parte, come i grandi, di una società sportiva, nel settore giovanile, ricordo alcuni allenatori che mi hanno lasciato bei ricordi e insegnamenti che, ancora adesso porto con me, non vorrei fare torto a qualcuno, ma in particolare ricordo il primo mio mister, “ Gigi Stecca “ da lui ho imparato in particolare il carattere determinato dove non si mollava mai un cm, con il passare degli anni, ho trovato sulla mia strada , mister Pasquino Piombo, persona che ci ha fatto apprezzare la voglia di giocare da squadra, costruendo sempre un gruppo fatto da amici, dove ognuno di noi dava il massimo per la squadra è per i compagni, mister Lino Ravagnani, l’emblema della lealtà sportiva, dove prima del risultato c’erano anche molti altri valori. Il mio debutto in prima squadra  lo ricordo benissimo, mister Giancarlo Dolcetto in prima categoria, avevo 16 anni, e ho debuttato a Scardovari entrando nel secondo tempo, partita finita, se non sbaglio 1 a 1…  sono rimasto a Costa fino ai 22 anni, da lì sono passato alla Lendinarese dove sono rimasto 2 anni, due anni fantastici, il primo, vinto il campionato di prima categoria, il secondo, vinto il campionato di promozione. Poi per problemi lavorativi ho dovuto lasciare, sono andato dove ho trascorso 8 stupendi anni, a La gazzella. Come allenatore ho iniziato, guarda caso, sempre al mio paese nativo, Costa, che con il passare degli anni è diventato Canalbianco, sono rimasto lì tre anni, per poi tornarci a anni di distanza…poi ho girato un po’ in giro per la provincia di Rovigo.

Come ti trovi a Frassinelle e quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a questa scelta?

Beh credo di non dire nulla di nuovo se dico che ho trovato una società splendida, una società che ti fa lavora con serenità mantenendo lo spirito di famiglia, tutti sempre a disposizione con dirigenti eccezionale sotto il profilo umano e calcistico. Ciò che mi ha spinto ad accettare la loro proposta, il lavoro che hanno fatto in questi anni. Anche guardando da fuori, si capiva che era una società che lavorava bene.

Quante tue aspettative sono state esaudite e quali invece ti hanno sorpreso piacevolmente?

Le aspettative esaudite, sono sicuramente il fatto che, anche quest’anno hanno messo a disposizione del mister di turno, un gruppo competitivo. Ciò che mi ha sorpreso piacevolmente, il fatto che nonostante si dica che i giovani di oggi hanno molti grilli per la testa, invece ho trovato dei giovani, assieme a quelli più esperti, con tanta voglia di lavorare e divertirsi in gruppo, sempre presenti, sempre disponibili, anche a sedute di allenamento pesanti e qualche seduta extra. Insomma, un gruppo fantastico.

Come ti rapporti con i ragazzi e la società? Pensi di essere in empatia con loro?

Io sono del parere che bisogna lavorare tutti in base ai compiti che ognuno ha, c’è la società, il mister, i giocatori, ma tutti siamo una società e tutti vogliamo il meglio, con la società ci parliamo sempre e ci scambiamo i nostri pareri per il bene comune. Con i giocatori, credo di non essere un “sergente di ferro “mi rapporto con loro con la massima serenità, mi metto spesso al loro posto, e cerco di valutare le cose guardando anche dal loro punto di vista, poi è chiaro che a volte mi arrabbio anch’io, probabilmente aiutati di risultati indubbiamente positivi di quest’anno, in questa stagione mi è capitato poche volte di arrabbiarmi.

Quando sei arrivato a Frassinelle hai trovato un gruppo già ben costituito per gioco e coesione. Quali ritieni siano i meriti della società e di chi ti ha preceduto?

Il gruppo che ho trovato credo che sia sicuramente merito della società, ma credo anche che il merito vada condiviso con il mister che mi ha preceduto, mister che ho sempre apprezzato e ammirato, Renzo Satteri, per me un grande ….

Senza fare preferenze potresti fare alcuni nomi di “vecchi” e “giovani” che di più rappresentano la filosofia della tua squadra e perché?

Fare nomi non è mai facile, anche perché se siamo riusciti a trovare questi risultati, significa che la forza è il gruppo. Però alcuni nomi li voglio fare, vorrei citare per esempio quei ragazzi che fino a questo momento hanno avuto meno spazi, ma sempre presenti, Campion, Forestan, Della Volpe, Nalio, Mavilla per non dimenticare il supporto che danno alla squadra i “ vecchi “ Sicchieri e Martinelli, si siedono in panchina è mai una polemica, anzi, sono i primi a incitare i compagni, poi per il resto sarebbe facile fare i soliti nomi che non sto qui a indicare, quei giocatori affermati che ci stano dando un contributo fantastico, i giovani come Fantato, Ercolini e qualche altro, sanno benissimo quanto io li stimi, detto questo, spero che il resto della squadra non se la prenda, ma non credo, sono abituati a leggere i propri nomi sul giornale ..

Da allenatore come ti definiresti: psicologo-motivatore-impulsivo-stratega-aggressivo-difensivista e a quale mentalità dei “grandi mister”ti ispiri?

Sarebbe facile dire che mi ispiro a grandi nomi, di quelli in attività mi piace Simone Inzaghi, credo di essere un allenatore che cerca di rapportarsi con i giocatori, in base al carattere che credo di aver intuito, mi spiego, la stessa cosa non la puoi dire allo stesso modo a tutti i giocatori, anche se ai miei tempi non era così…. Credo di essere un allenatore che cerca sempre la vittoria, non ricordo di essermi mai chiuso sulla difensiva per timore dell’avversario, io parto rispettando sempre al massimo chi ci troviamo davanti, ma fiducioso che la mia squadra possa sempre vincere, poi si sa, non è sempre così….

Quando alleni, segui un tuo programma/progetto o cerchi di migliorare le defezioni domenicali?

Ho sicuramente un programma, questo non toglie che nel poco tempo a disposizione, si cerca anche di rivedere ciò che non è andato, poi si sa, ai nostri livelli, il poco tempo a disposizione, si deve cercare di gestirlo tra le tante cose che vanno fatte …

Non so se è una cosa che ho notato io, ma quando la domenica si gioca mi piace vedere la panchina che sostiene i compagni e non ti mette inutile pressione per giocare. È vera questa cosa e se si, quanto è importante?

Se ti dico che in questa stagione, non ho mai avuto una pressione di un giocatore che pretenda di giocare, mi credi? E questo è stato uno dei punti di forza di questo fantastico gruppo.

Intervistando i giocatori le frasi più usate sono: “ambiente tranquillo – la squadra è una seconda famiglia – si lavora sereni. Ti riconosci in questo e quanto pensi ci sia di tuo?

Confermo quanto detto dai ragazzi, questa è una società fantastica, una seconda famiglia, lo dico ora, e lo dirò anche un domani, qualsiasi siano i nostri destini….

Quanto vale per te il risultato e in una scala di obbiettivi annuali a che posto lo metti?

Sarei bugiardo a dire che il risultato finale non è importante se non fondamentale, però non bisogna calpestare altri valori altrettanto importanti, ne cito uno, l’iniziativa messa in piedi in questi giorni, iniziativa partita dal nostro capitano Crepaldi, condiviso e sostenuto successivamente da tutti i ragazzi, dal sottoscritto e dalla società. Mi riferisco al piccolo grande gesto della donazione fatta alla protezione civile, per dare il nostro piccolo grande contributo a questo periodo difficile del nostro paese. Ecco questo racchiude tutto ciò che lo sport deve avere. Detto questo, lotteremo sempre pallone su pallone per portare a casa il massimo risultato, ma a fine stagione non è tutto ….